La porta sbagliata


La porta sbagliata

PREMESSA: Questo racconto è la versione originale scritta in sole 4 ore (dall’ideazione alla pubblicazione sul forum) per partecipare all’Arena di Minuti Contati, le eventuali correzioni sono esclusivamente quelle entro il termine delle 4 ore.

DATA: 21/09/2021

OCCASIONE: Francesca Bertuzzi Edition - la 1° della NONA ERA - 157° ALL TIME

TEMA: Il Crollo

LINK: http://www.minuticontati.com/forum/viewtopic.php?f=216&t=4904


Le sirene suonano, corriamo nei corridoi. Schiviamo i civili che corrono in direzione opposta.
Dagli altoparlanti. «Ripeto. Allarme di livello cinque, tutto il personale civile raggiunga il piano terra.»
Negli auricolari. «Le squadre di sicurezza si dirigano al livello F, ufficio sei. Priorità assoluta. Quindici minuti all’autodistruzione.»
Stavolta è grossa. Continuo a seguire Derek.
In lontananza due ascensori, le altre squadre li raggiungono. Il primo è pieno e chiudono le porte. Anche le porte del secondo si chiudono.
Derek dice. «Le scale!»
Ottimo…
Le raggiungiamo, scendiamo i primi gradini. Uno stridio metallico si allontana da noi, un grande botto svariati piani più bassi. Un altro botto e le scale tremano.
Guardo Derek con gli occhi spalancati. «Ma sono caduti?»
Non risponde. Riprende a correre per le scale.
Lo seguo.


Raggiungiamo il piano F.
Entriamo e uno degli scienziati viene verso di noi.
«Cos’è successo?»
L’uomo solleva una mano, ha un pezzo di vetro. Salta addosso a Derek, lo butta per terra e lo pugnala più volte.
Derek gli blocca le mani. «Sparagli!»
Recupero la pistola dalla fondina, la sollevo. La mano trema, premo il grilletto e un colpo sordo rimbomba nella stanza.
L’uomo viene sbalzato via e cade a terra, una chiazza rossa si allarga sul pavimento.
Mi chino su Derek.
«Non c’è tempo, corri!»
Guardo la mappa appesa alla parete. In fondo al corridoio sulla sinistra, la sesta stanza sulla sinistra.
Il lettore di tessere è spento. E ora come faccio. Do una spallata alla porta ma non offre resistenza e cado disteso. Aperta? Strano ma meglio così. Attraverso il corridoio, arrivo in fondo e giro l’angolo. Il nuovo corridoio è pieno di porte. Corro contandole e mi fermo alla sesta.
Negli auricolari. «Un minuto.»
Apro la porta.


Nella camera vi è un letto disfatto. Un uomo in piedi guarda una lavagna e per terra uno degli scienziati. Frammenti di vetro ovunque insieme a quello che rimane di una siringa.
L’uomo si volta. Ha gli occhi neri, compresa la sclera. «E tu? Come sei arrivato. Non importa, ora che farai?»
Sollevo la pistola. «Ti fermo.» Sparo.
Il corpo dell’uomo ha un lieve sobbalzo.
Sparo ancora e ancora fino a che non sento tre clic.
«Illuso.» Indenne mi raggiunge, con una mano mi afferra per la testa e mi solleva da terra.
Lo prendo a calci ma nulla, è come colpire un blocco di marmo. «Ma cosa sei?»
«Cosa? Esatto. Sono la porta che non dovevate aprire.»
La voce nell’auricolare. «Quindici secondi all’autodistruzione.»
Sorrido. Vediamo se resisti anche a questo.
Inclina il capo. «Vediamo un po’.» Stringe la presa sulla mia testa. «Quindi è questa la vostra mossa.» Chiude gli occhi. La vostra primitiva civiltà si basa sull'elettronica, vediamo ora che succede.» Forma una sfera di luce nell'altra mano e la irradia tutto attorno a noi.
Mi acceca e sento uno strano calore. Conto, cinque, quattro, tre, due, uno... Nulla. Riapro gli occhi, è tutto buio.
«Avete giocato la vostra ultima carta. Ora tocca a me.»
Cosa abbiamo liberato.