PREMESSA: Questo racconto è la versione originale scritta in sole 4 ore (dall’ideazione alla pubblicazione sul forum) per partecipare all’Arena di Minuti Contati, le eventuali correzioni sono esclusivamente quelle entro il termine delle 4 ore.
DATA: 18/05/2021
OCCASIONE: Minuti Contati — 153° Edizione — All Stars Edition — la Nona dell’Ottava Era (Maggio 2021)
TEMA: Adattamento
LINK: https://www.minuticontati.com/forum/viewtopic.php?f=209&t=4704
I piedi affondano nella neve, mi stringo nella pelliccia.
Davanti a me la guida si ferma, dallo zaino prende una mappa.
Metto una mano in tasca e tocco la fredda gemma. Chissà quante altre ne troveremo là. «Non ci siamo persi in questo deserto di ghiaccio, vero?»
«No signore, mi stavo orientando, ci siamo quasi, giusto oltre quegli albe — »
Un urlo di donna giunge dagli alberi.
Mi volto verso la mia squadra e sguaino la spada. «Sguainate le armi, c’è qualcuno.»
I quattro le estraggono con un leggero sibilo.
Corriamo verso gli alberi, la neve scricchiola sotto di noi.
In mezzo ad essi una donna indietreggia e agita un bastone verso un demone, le si avvicina a quattro zampe, a fianco un uomo disteso in una pozza di sangue. Poveraccio.
Il demone si gira e corre verso di me.
Con la mano sinistra tocco la spada, dall’elsa alla punta, si accende di una luce azzurrina. L’afferro a due mani e la sollevo sopra la testa. Fatti sotto.
Il demone è a pochi passi, spicca un salto.
Calo la spada su di lui e lo taglio in due.
Nessun movimento dal mostro, pulisco la lama nella neve.
La donna si inginocchia accanto all’uomo. «Nail, non anche tu.»
Rinfodero la spada e mi avvicino a lei.
Alza la testa, ha gli occhi lucidi. «Grazie di avermi salvata.»
Alle mie spalle la voce della guida. «Rose, ma che ci facevate tu e Nail qua?»
«Eravamo in ricognizione, non ci siamo accorti del demone e ora Nail…»
La guida le si avvicina e l’abbraccia. «Su Rose, torniamo al campo.» Si gira verso di noi. «Andiamo. Qua siamo in pericolo.»
Li seguiamo, superiamo la foresta e raggiungiamo una parete rocciosa.
«Ehi voi, sicuri di dove stiamo andando?»
La donna tocca la parete, un lieve tremore, la roccia si apre e rivela una galleria.
La guida entra. «Seguitemi.»
Superiamo la donna ed entriamo. Mi volto verso di lei, entra e tocca la parete chiudendola alle nostre spalle. Il buio ci circonda. Trattengo il respiro.
Rumore di pietre che sbattono e poi una luce illumina la galleria. La luce proviene da una pietra in mano alla guida. «Pietre di fuoco, così illuminiamo qua sotto.»
Torno a respirare.
Ci conducono attraverso delle gallerie.
«Ma come fate a vivere qua sotto?»
La nostra guida senza voltarsi. «Ci siamo adattati, abbiamo quasi tutto quello che ci serve.»
Raggiungiamo una zona più ampia e veniamo circondati da decine di persone, ci puntano delle lance. Dalla folla una voce. «Consegnate le armi e il vostro equipaggiamento.»
Metto una mano sull’elsa, mi guardo attorno. «Facciamo come dicono, sono troppi.»
Lascio il mio equipaggiamento a uno di loro.
Ci scortano in una stanza. «Non provate a scappare, siamo qua fuori.» Un rumore secco e la porta viene sbarrata.
Batto i pugni sulla porta. «Ma cosa volete da noi?»
Nessuna risposta.
***
Passeggio per la cella, schivo i miei uomini addormentati.
Dalla porta un rumore e si apre, la voce di Rose. «Presto, dovete scappare.»
«Ma che succede?»
«Non c’è tempo, se non scappate ora finirete come gli altri.»
«Gli altri?»
«Sì, quelli che sono stati ingannati, qua sotto il cibo non basta mai e abbiamo dovuto fare cose orribili, vi prego, non posso permettere che vi accada nulla di male.»
«Va bene Rose, ma come facciamo con le guardie?»
«Le ho drogate, ci vorrà un po’ prima che si sveglino.»
Sveglio i miei uomini. «Presto, dobbiamo andare.»
Usciamo dalla stanza, le guardie sono addormentate sulle sedie.
Rose ci consegna i giacconi e gli zaini. «Prendete questi, le vostre armi non sono riuscite a prenderle.»
Li indossiamo e seguiamo Rose, ci conduce all’ingresso dei sotterranei da cui siamo passati prima. E se fosse un trucco per bloccarci in questo vicolo cieco?
Rose mi supera e tocca la parete, la roccia si apre davanti a noi, usciamo e la luce lunare ci accoglie.
Mi guardo attorno, vedo i miei uomini. «Rose?»
La roccia alle nostre spalle inizia a chiudersi e dall’altra parte la sua voce. «Scappate. Fermerò quest’abominio.»
La roccia si chiude, il tremore aumenta sempre di più fino a che dei massi franano dalla montagna.
Uno dei miei uomini. «Signore, non possiamo rimanere, andiamocene prima di venire colpiti.»
Lo seguo. «Alla fine non sono riuscita a salvarla.»
Mi risponde. «Non avrà salvato il suo corpo ma ha salvato la sua anima.»