L’ultima missione


L’ultima missione

PREMESSA: Questo racconto è la versione originale scritta in sole 4 ore (dall’ideazione alla pubblicazione sul forum) per partecipare all’Arena di Minuti Contati, le eventuali correzioni sono esclusivamente quelle entro il termine delle 4 ore.

DATA: 16/03/2021

OCCASIONE: Minuti Contati — 151° Edizione — Sara Simoni Edition — la Settima dell’Ottava Era (Marzo 2021)

TEMA: Mettere radici

LINK: http://www.minuticontati.com/forum/viewtopic.php?f=206&t=4581


«Corri Tempesta, corri». Incito la mia cavalcatura. Non dovevo fermarmi a parlare.
La luce della luna appare all’orizzonte. Ecco in lontananza la locanda.
Arrivati davanti all’edificio, sulla sinistra c’è la stalla. Andiamo verso di essa, smonto da cavallo e lo faccio entrare, tolgo la sella che appoggio a un gancio, dalla bisaccia prendo la coperta e la metto sul cavallo. «Mi raccomando non prendere freddo.»
Prendo una balla di fieno e gli e ne do un po’. «Dai che questa è l’ultima delle nostre peripezie e poi potrai riposarti anche tu.» Un’ultima carezza al suo manto rossiccio e mi dirigo verso la locanda, l’insegna ha due lance incrociate. Ok, è quella giusta.
Apro il pesante portone ed entro, il calore della locanda mi accoglie e con esso anche l’attenzione degli avventori.
La locanda non è molto grande, sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il boccale e mi fissano, uno è smilzo con una cicatrice sulla guancia e i capelli corti mentre l’altro invece più in carne ma che ha perso da tempo i capelli. Sulla destra alcuni tavoli più piccoli ma vuoti.
Dietro il bancone c’è l’oste, un uomo con i capelli brizzolati, dei baffetti e qualche ruga sulla fronte, dai bicipiti scoperti scommetterei che è meglio non litigarci.
Rompo l’imbarazzo. «Buonasera oste.»
«Buonasera messere. Posso servirle qualcosa?»
«Questa sera voglio festeggiare, porta a me e ai miei nuovi amici un giro della tua birra migliore!»
L’oste si allontana. L’uomo con la cicatrice si volta: «Cosa festeggiamo nuovo amico?»
Prendo un respiro gonfiando il petto. «Festeggiamo la mia ultima missione, fra poco da quella porta entrerà una persona con i miei soldi, soldi che mi permetteranno di ritirarmi a una vita più tranquilla, ho già adocchiato una locanda in città e finalmente potrò chiedere alla mia ragazza di sposarmi.»
«Beh, congratulazioni.» Mi dice l’oste appena tornato mentre mi porge il boccale di birra. «I loro gli e li porto appena finiscono la loro.» Facendo cenno ai due.
Assaggio la schiuma e ha un retrogusto dolce, non capisco di cosa. «Oste, questa birra da dove viene? Ha qualcosa di strano.»
Si gira verso di me posando uno straccio. «Strano? Ma questa è la nostra birra migliore, la conserviamo solo per le occasioni speciali, proprio come questa, probabilmente non ci è abituato.»
Effettivamente di solito bevo birre da quattro soldi, ha ragione. Ne bevo metà boccale quando un bisogno impellente inizia a farsi sentire. «La latrina?»
L’oste mentre asciuga dei boccali. «Non ne abbiamo, ma può liberarsi sul retro, uscendo dalla locanda sulla sinistra.»
Faccio per alzarmi ma barcollo, mi reggo al bancone per non cadere.
Esco dalla locanda e vado sul retro, mi calo i pantaloni e mi libero. Che soddisfazione, ci voleva proprio.
Sollevo i pantaloni e faccio per tornare indietro ma non riesco a muovermi, i miei piedi sono fissati al terreno. Strattono ma senza risultato. «Aiuto! Aiutatemi!»
La porta della locanda si apre e la luce di una lanterna illumina dove mi trovo, non riesco neppure a girarmi per vedere i miei salvatori.
«Non riesco più a muovermi, devo essermi impigliato da qualche parte, mi dareste una mano?»
«Una mano?» Alle mie spalle riconosco la voce dell’oste. «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie.»
«Cosa?»
«Quello che ti hanno chiesto di rubare non era un semplice oggetto ma una reliquia per noi molto importante.»
«Chi siete?»
«Siamo i Figli della Foresta.»
«Liberatemi o quando arriveranno gli altri ve ne pentirete.»
«Veramente sono già arrivati.» Con la lanterna illumina meglio la zona.
Ci sono degli strani alberi vicino a me, qualcuno gli ha messo sopra degli abiti e sembrano avere delle fattezze umane.
Realizzo, guardo i miei piedi e le scarpe sono rotte e si intravedono delle radici tra le spaccature.
«No no no, non potete farmi questo, farò tutto quello che volete non sapevo cosa fosse.» Frugo in tasca e prendo la pietra. «Eccola, prendetela, per favore liberatemi.»
Una mano prende la pietra e si ritira.
«Mi dispiace, come hai detto tu questa è la tua ultima missione, non ti preoccupare, ci prenderemo cura noi di te.»
La luce si allontana e sento qualcosa crescere dentro di me, urlo fino a che anche la mia gola non cambia.